domenica 20 luglio 2008

Il Pas di Mirafiori Sud


Resoconto di un incontro con Isabella De vecchi, Responsabile del PAS, Giugno 2008, Torino.

Il quartiere denominato Mirafiori Sud fu costruito negli anni ’60 in una zona a sud dello stabilimento FIAT, in cui l’azienda aveva già costruito un villaggio per i suoi operai.

In breve tempo vengono costruite 8 torri lungo via Artom, per un totale di 820 alloggio di Edilizia Economica e Popolare. In una notte furono trasferite moltissime famiglie di immigrati dal Sud Italia che abitavano una baraccopoli e alcune ex-casermette nella zona di Italia 61.

Queste persone andarono ad occupare in poco tempo 6 torri, mentre gli alloggi delle altre 2 vennero assegnati secondo le liste comunali a famiglie immigrate dal Veneto e dal Piemonte.

Il nuovo quartiere era totalmente privo di servizi nel momento in cui la case vennero consegnate alle famiglie e la qualità degli alloggi era molto scarsa, poiché le torri erano state assemblate con blocchi prefabbricati secondo il modello francese detto tracoba.

Il taglio degli appartamenti andava dai 52 ai 94 mq, quindi abbastanza grandi rispetto alle tipologie di alloggio pubblico costruite in quegli anni.

Nel giro di poco tempo il quartiere versa in uno stato di forte degrado e diventa il centro dello spaccio di eroina di Torino, gestito sostanzialmente da quattro famiglie criminali che si erano spartite il traffico nel quartiere.

Via Artom diventa cosi il simbolo del degrado urbano e sociale della città, tanto che già negli anni ’70 con le giunte rosse di Novelli, si attuano dei piani di recupero che però, non modificano sostanzialmente la situazione.

Agli inizi degli anni ’90 la Città di Torino elabora tre PRU, tra cui quello di Mirafiori che prevedeva, oltre ad altri interventi nel quartiere, l’abbattimento delle otto torri e lo spostamento delle famiglie in alloggi acquistati dalla città di Torino in diverse aree della città.

Già nel 2000, però, l’amministrazione pubblica si rende conto dell’impossibilità economica di tale operazione, quindi si ripiega sulla demolizione di sole due torri, quelle più problematiche a livello sociale e edilizio, e alla ristrutturazione delle restanti torri.

La seconda versione del PRU, poi attuato, prevedeva la demolizione di 2 edifici, quelli di via Fratelli Garrone 73 e via Artom 99, la riqualificazione di altre 5 torri, la realizzazione del parco Colonnetti, e la riqualificazione degli spazi aperti tra gli edifici.

Il piano di accompagnamento sociale di Mirafiori Sud prevedeva che la cooperativa di Mente Locale, che ha vinto il bando, terminasse il proprio lavoro nel dicembre 2007.

L’accompagnamento ai lavori del PRU andava dalla redazione dei censimenti degli abitanti e delle condizioni degli edifici e alloggi, fino all’assistenza ai residenti, spesso in condizioni di forte difficoltà, fino alla consultazione riguardo le proposte progettuali.

Insomma, il PAS era il tramite tra l’ATC, la città di Torino e gli abitanti del quartiere.

Questi hanno reagito alle proposte del PRU, all’inizio con diffidenza, maturata da anni di promesse non mantenute, all’incredulità di fronte alle prime famiglie che abbandonavano gli alloggi, fino alla nascita di un senso di appartenenza al quartiere, mai provata prima.

Il lavori sono in fase di completamento e sul punto in cui sorgeva una delle torri abbattute, si sta già costruendo un nuovo edificio. È stato realizzato il parco Colonnetti, 100 orti urbani lungo il fiume Sangone, gli spazi pubblici e i parcheggi, nuove attrezzature sportive, e la ristrutturazione di 5 torri sia negli spazi comuni che all’interno degli alloggi.

Il lavoro di Mente Locale descritto da Isabella De Vecchi sembra piuttosto complesso, multidisciplinare, che richiede molta disponibilità al dialogo rispetto sia agli abitanti che agli enti pubblici coinvolti.

L’unicità di questo lavoro sta nella conclusione del PAS: di solito infatti, una volta finiti i lavori, le cooperative abbandonano il quartiere; in questa occasione invece il gruppo di Mente Locale si è impegnato a proseguire l’assistenza agli abitanti proponendo una Fondazione di Comunità, primo caso in Italia, che ha trovato già l’appoggio della Fondazione San Paolo.

Alice Siragusa

Per maggiori informazioni consiglio il libro da poco pubblicato:

RIGENERAZIONE URBANA E ACCOMPAGNAMENTO SOCIALE
IL CASO DI VIA ARTOM A TORINO

a cura di GUIATI FEDERICO

edizioni CELID

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